18 ottobre 2012

Mondo fantasma

Oggi parliamo di una serie a fumetti di qualche tempo fa e anche un po' del mondo che, come ben si sa, è una merda. 
O almeno questo lo pensano Enid e Rebecca e chi, adolescente o poco più, ogni giorno si sforza ad imparare a stare con gli altri. 
Ci si sente unici a vent’anni, l’omologazione in cui sono caduti i propri genitori fa orrore, l’ipocrisia degli amici che ti sparlano dietro fa stare male, la bassezza dei programmi tv fa schifo, la coerenza tra sesso e amore è una follia assurda. 
La normalità è una minaccia e tutti i comportamenti degli adulti sembrano stupidi. Anzi, infantili. 
A volte vorresti morire e allora ti trascini invisibile nella tua città a guardare quelle facce da culo sconosciute, eppure così prevedibili. Fa meno paura della morte e l'effetto può dirsi simile.
O sono solo gli ormoni sballati a farti questi scherzi?


Questa serie (pubblicata a in USA prima ad episodi sul comic book Eightball poi in volume e in Italia nel 2008 da Coconino Press) è uno dei capolavori USA degli anni 90 e il suo autore è il cinquantunenne di Chicago Daniel Clowes
Se non lo conoscete fatevi sotto.
Ghost World nel 2001 è diventato film e lo stesso Clowes ne ha scritto la sceneggiatura, sviluppando personaggi nel fumetto solo accennati.



La regia è del cultore di fumetti underground Terry Zwigoff, già autore del toccante documentario-biografia sull'artista Robert Crumb. 

Ma chi sono l’occhialuta e lentigginosa Enid e la bionda ed emaciata Rebecca? 
Due amiche che hanno appena finito il college e stanno vivendo assieme quell’estate sospesa tra le accomodanti abitudini degli anni accademici trascorsi accanto alle stesse persone, e un futuro incerto. 
È la stagione sospesa delle scelte: l’università o un lavoretto al fast-food in attesa di decidere? Partire per sempre o restare in città? 
La loro amicizia è inossidabile e gli altri sono esclusi dai loro discorsi sarcastici codificati, dai cattivissimi scherzi telefonici, dalle loro fantasie e dai loro ricordi. 
Vivono in un paese della provincia americana che sembra una riproduzione in scala del mondo a noi tutti famigliare, perché Daniel Clowes è un sapiente espressionista e nel ritrarre le tipologie delle persone sa scavare nell’intimo e mettere in risalto i tratti caratteriali comuni. 
Infatti i personaggi che Enid e “Becky” osservano - o meglio spiano - ci sembra di conoscerli tutti. 
Pare di leggere in quegli sguardi tutte le loro debolezze. Per questo, malgrado l’evidenza dei difetti e dei vizi e i banalissimi atteggiamenti di difesa che assumono, ci rimane difficile giudicarli.

C’è la coppia che Enid ha ribattezzato “i satanisti” per l’aria sospetta con la quale si aggirano al bar o al supermercato. C’è John Ellis, giovane direttore del giornalino locale che spiattella casi di pedofilia e parla di nazisti e serial killer con macabra spavalderia, ma solo per attirare l’attenzione. 
C’è John “controtutti” Crowley, il tossico skinhead che ascoltava solo musica punk e ha scritto anarchia sulla macchina del papà di Enid e che ora vuole diventare pezzo grosso di una grossa multinazionale per fottere il sistema andando in pensione a 35 anni. 
E poi c’è Josh, l’amico che sembra disinteressato al sesso e che invece…zitto zitto….



Però prima o poi si cresce, e anche il mondo ci sembra migliore perché siamo noi che gli somigliamo sempre di più, siamo noi a diventare ogni giorno un po’ più schifosi e corrotti.
Cambiano i rapporti e si deperiscono le amicizie, così il nostro mondo dei sogni e dei desideri muore lentamente. Ne resta un fantasma, sempre più sbiadito, appannato, lontano. 
Ghost World è una scritta sul garage della famiglia di Enid che nessuno ricorda da quanto tempo è lì. 
Ghost world, ghost world, ghost world. 
C’è qualcuno che da almeno un decennio continua a riempire la città di scritte così.
E nessuno l’ha mai visto in faccia.


GHOST WORLD, trailer del film (regia Terry Zwigoff)


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